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Domani sarà un giorno 3-3-3 (03/03/2019 = 0+3=3/0+3=3/2+0+1+9=3), quindi si tratta di un giorno Maestro dove si aprirà un portale verso quel luogo che alcuni chiamano Dio, altri Universo ed altri ancora Fonte Divina. Il tre marzo è l’unico giorno dell’anno in cui appare il numero maestro 33, per di più in un anno tre.

Nel numero 33 abbiamo la frequenza vibratoria del numero tre, che simboleggia la creatività come espressione e sviluppo dell’intelletto; deriva dalla somma della forza innovatrice del numero uno con quella della capacità di sviluppo del numero due, e ci indica che siamo in presenza di un forte flusso energetico che sollecita e accompagna l’immaginazione. Il numero tre rappresenta l’espressione, la capacità di mostrare i propri talenti, l’estroversione, ed è anche la capacità  di godere appieno del momento presente.

Queste caratteristiche nel numero 33 sono portate ad un piano più alto e si riassumono nel numero sei: il sei porta in sé il dono dell’amore e si protende al servizio verso gli altri; ecco perché il 33 diventa il Maestro Spirituale e il suo significato è il saper condividere con saggezza le proprie conquiste e consapevolezze spirituali attraverso il dono disinteressato di sé stessi.

Solitamente il 33 è il numero che accompagna un risveglio spirituale: illumina con la luce della coscienza e porta chiarezza, chiedendoci di esprimere con forza ciò che vuole uscire ed essere riconosciuto (possono essere talenti, dinamiche interne da risolvere, conflitti che possono guarire, un nuovo sentire, ecc…).

Quindi chiediamoci cosa ci sta chiedendo di esprimere questo numero 33, sentiamolo nel cuore, nel nostro ventre, nel corpo. E smettiamo di dare così tanto credito alla mente, che vuole farci desistere dalla responsabilità che ci compete per esercitare le nostre doti.

È nelle nostre capacità che dovremmo porre la nostra fiducia. Le nostre qualità, i nostri pregi, le nostre facoltà sono il seme che abbiamo ricevuto e che dovremmo spargere per coltivare il campo fertile della nostra vita. Se non lo facciamo e li trascuriamo, come potranno dare frutto? Ricordiamoci che il frutto nasce dalla fiducia del seme di divenire albero!

Questa tripletta di numeri tre ci permette di portare nel mondo reale il mondo delle possibilità, di far sì che le idee che avevamo lasciato da parte perché troppo folli possano materializzarsi e convertirsi in qualcosa di tangibile nel piano fisico.

Questo portale rimarrà aperto fino al 30 marzo (altro giorno 3-3-3) ed avrà tre cicli, però quello più favorevole per chiedere ciò che vogliamo manifestare sarà il primo, che va da domani fino al 15 marzo.

Nel cerchio della Ruota dell’Anno ora ci troviamo tra Imbolc e Ostara: in natura la luce aumenta sempre più, i germogli cominciano a comparire su alberi, cespugli e piante, gli animali cominciano ad uscire dal letargo; e per noi è tempo di prenderci cura del nostro seme interiore (quel semino di luce nato durante il solstizio d’inverno) per vedere a che punto siamo, visto che presto dovrà sbocciare ed uscire nel mondo esterno. (Se ti va di farlo in gruppo con me, puoi partecipare alla novena online, a cui ci si può iscrivere ancora per pochi giorni.)

Alcuni semi non trovano la fiducia necessaria per poter sbocciare; avvertono che deve avvenire una trasformazione, ma non sanno dove li condurrà, e decidono di non rischiare di morire, rimanendo semi addormentati per sempre.

Osho ha espresso bene questo concetto nel libro “La leggenda delle sabbie”: “Il primo passo è un momento incredibile. Prova a pensarci: una larva che diventa bruco… è un istante incredibile, perché la larva era statica e il bruco si muove, striscia. Il bruco non è ancora una farfalla; non sa nulla del volo, non sa nulla dei fiori, non è ancora una creatura alata, ma il viaggio è iniziato. Il viaggio di diecimila miglia… il primo passo è stato fatto, ha iniziato a strisciare. Se è possibile strisciare, un giorno sarà anche possibile volare.”

Quindi apriamoci alla fiducia e crediamo alla voce che ci dice che possiamo volare, perché quella che sembra la fine, la morte, in realtà è solo una grande benedizione che ci porta ad essere noi stessi.

Ahava, Francesca Zangrandi

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