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Dopo qualche notte passata insonne (chi mi conosce sa che dormo veramente poco, ma è da domenica scorsa che quasi non chiudo occhio), diversi scombussolamenti a livello emotivo e qualche acciacco fisico, ho deciso di scrivere questo articolo sperando possa aiutare qualcuno, dato che ho visto diverse persone stare male in questi giorni.

Lunedì scorso, 18 febbraio, Chirone è entrato nel segno dell’Ariete (vi era già entrato nell’aprile del 2018, ma poi da settembre era stato retrogrado in Pesci), dove vi rimarrà per circa otto anni.

Chirone venne fotografato nel 1977 dall’astronomo Kowal, il quale si rese conto che si trattava di un nuovo corpo celeste. Inizialmente venne annunciata la scoperta di un nuovo pianeta, ma poi alcuni elementi indussero a considerarlo un asteroide.

Kowal volle chiamarlo Chirone perché si trova nell’orbita dopo Saturno e nel mito Chirone era figlio di Saturno: è un personaggio della mitologia greca, figlio di Crono (nel passaggio dalla fase greca a quella romana assunse poi il nome Saturno) e la ninfa Filira; poiché Crono per conquistare Filira si trasformò in un cavallo (in altre versioni fu Filira a trasformarsi in una giumenta per sfuggirgli), Chirone nacque metà uomo e metà cavallo (centauro).

Proprio per il suo aspetto, venne abbandonato dalla madre, la quale chiese e ottenne dagli dei di essere tramutata in tiglio. Chirone venne quindi istruito da Apollo, che suscitò in lui l’amore per l’arte, la medicina e la scienza; divenne molto saggio, tanto che i re della Grecia gli mandavano i loro figli affinché li educasse.

La leggenda narra che fu ferito da una freccia avvelenata, ma gli dei gli avevano conferito il dono dell’immortalità, quindi non poteva guarire e neppure morire. Essendo immortale, sopportò un gran dolore finché non scambiò la sua vita per liberare Prometeo dalla sua sofferenza e morire al suo posto; però, proprio grazie a quella ferita, capì la natura del dolore e divenne un guaritore eccezionale.

Quindi si capisce perché Chirone venga considerato l’archetipo del guaritore ferito, colui che rappresenta le nostre ferite (fisiche, emozionali, mentali e spirituali) e al contempo la nostra guarigione.

Tornando all’asteroide, dopo qualche anno dalla sua scoperta, alcune sue caratteristiche fecero pensare che si trattasse di una cometa più che un asteroide, e nel 1988 finalmente si dedusse che si trattava di una cometa periodica; però anche questa catalogazione non convinceva del tutto, ed attualmente fa parte di una nuova classe di oggetti trans-nettuniani e trans-plutoniani con orbita ellittica, i quali rimangono in alcuni segni per lungo tempo mentre in altri  corrono via veloci.

I primi sette pianeti del sistema astrologico (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) sono visibili ad occhio nudo e potremmo dire che, in quanto proiezioni esteriori del nostro universo interno, rappresentano la coscienza, mentre i pianeti remoti (Urano, Nettuno e Plutone), scoperti solo con il telescopio, esprimono piuttosto la trascendenza, l’inconscio collettivo, e portano l’inconscio alla soglia della coscienza dell’io.

Chirone si trova giusto a metà tra l’ultimo pianeta della coscienza e il primo della trascendenza, come se fosse un ponte, quindi simbolicamente riunifica ciò che è separato, disgregato: secondo il mito, Chirone era un centauro, con il corpo diviso a metà, come se ci fosse una scissione mente-corpo, ma secondo la sua posizione astronomica sfiora il mondo di Urano ed entra in quello di Saturno, come se volesse portare alla coscienza qualcosa che sta fuori dalla coscienza.

A livello mistico potremmo dire che rappresenta la nascita dell’uomo nuovo: Chirone non può essere lì da quando si è costituito il sistema solare, in quanto avrebbe già perso la sua attività di cometa; è lì da circa un milione di anni, più o meno da quando comparve l’Homo erectus. Con il tempo la sua orbita diventerà sempre più instabile, avvinandolo al Sole e spogliandolo progressivamente degli elementi volatili (dopotutto, anche nel mito Chirone divenne mortale).

Il glifo che lo rappresenta mostra una lettera K appoggiata su un cerchio ricordando l’iniziale di Kowal, ma nel complesso ricorda la forma di una chiave, la quale può sia aprire che chiudere. Ma Chirone apre la porta dello spazio in cui conserviamo il bagaglio che ci portiamo dietro (non solo di questa vita, ma anche delle precedenti) e dove risiedono tutte le nostre ferite, anche quelle karmiche. Possedere questa chiave significa essere padroni di noi stessi e accedere alla nostra natura profonda.

Quindi potremmo dire che Chirone rappresenta il Maestro Guaritore, colui che è capace di sanare le ferite interiori e riscoprire  i talenti innati; sarà colui che nell’era dell’Acquario  ci darà la possibilità di guarire la grande ferita collettiva.

Ora Chirone si trova nel segno dell’Ariete e ci porta la guarigione della ferita dell’invisibilità, il non essere riconosciuti per le nostre capacità, aiutandoci a trovare il nostro posto nella vita; ci spinge ad esprimere la nostra verità, lasciando da parte la sensazione di inadeguatezza e di non merito. Chirone ci chiama al risveglio chiedendoci di riconoscere la nostra unicità, i nostri talenti ed esprimendoli senza paura, lasciando andare ciò che già non vibra alla nostra frequenza (siano circostanze o persone).

Quindi esploriamo l’ignoto, arriviamo dove nessuno è mai arrivato, sfondando barriere consolidate, per esprimerci finalmente con sicurezza, sincerità e onestà, senza paura di essere giudicati o rifiutati.

Ahava, Francesca Zangrandi

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