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La Pasqua è sempre stata celebrata, ancor prima che diventasse una festività cristiana; non a caso in inglese si dice “Easter”, che deriva dal termine “Ostara” e ci ricorda la Dea Eostre, ma assomiglia anche al termine “Ishtar”, la Dea assiro-babilonese. È sempre stata celebrata con rituali in onore della natura e del passaggio dall’inverno, inteso come morte, alla primavera, intesa come vita.
Quel seme di luce che è nato in noi durante il solstizio d’inverno, se l’abbiamo accudito e protetto, a partire dall’equinozio di primavera ha iniziato a rinascere, germogliando ed uscendo alla luce del sole, ossia abbiamo iniziato a lasciar andare ciò che è stato per risorgere a nuova vita ed accogliere il nuovo. Questa è in sostanza la Pasqua: morte e resurrezione, il trionfo della luce sul buio.

Però quest’anno il giorno di Pasqua sembra non essere del tutto allineato con il ciclo della natura: nei primi secoli era officiata ogni domeni­ca ed in seguito una volta all’anno al plenilunio dei mesi di marzo o aprile, in coincidenza con la festa che ricordava l’esodo degli ebrei dall’Egitto e quindi la salvezza dalla “schiavitù”, e nel sesto secolo fu stabilita la data mo­bile della Pasqua che deve cadere la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera.
Quest’anno l’equinozio è avvenuto il 20 marzo, ma il Vaticano ha deciso di conservare come data il 21 marzo, giorno in cui cadeva esattamente la luna piena; quindi in questo modo la luna piena che hanno preso in considerazione è quella dei giorni scorsi, avvenuta esattamente un mese dopo, e la Pasqua cade oggi, 21 aprile 2019.

Effettivamente la Pasqua, sia quella ebraica che quella cristiana, generalmente cadono sotto il segno dell’Ariete (l’ariete è l’agnello maschio diventato adulto, protagonista di un mito greco), ma ora siamo già sotto il segno del Toro.
Il termine ebraico per designare la Pasqua è “pèsah” che significa “saltar oltre”, quindi passiamo oltre questo disallineamento e ricordiamo le parole di Rudolf Steiner: “è proprio lo stabilire la Pasqua secondo le costellazioni del cielo, che esprime come il Terrestre e il Celeste operino insieme. In questo stabilire la data riposa una grande saggezza dell’umanità antica. (…) Quindi la teosofia sarà chiamata, se anche la Pasqua sarà fissata sulla base di interessi esteriori, a continuare a stabilirla come una festa mobile, che può stabilirsi da sé, attraverso la costellazione del sole, della luna e delle stelle. Accanto alla Pasqua materialista ci sarà dunque una festa di Pasqua spirituale, che continueremo a celebrare nei nostri cuori, per essere consapevoli della nostra connessione con il mondo spirituale.”

Buona Pasqua a tutti, Francesca Zangrandi

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